Fondazione Granata - Braghieri
Sentiero Papa giovanni XXIII

Dopo aver dedicato molte energie a realizzare eventi collegati alle arti figurative, all’inizio del 2009 da Angelo Granata e Daniela Braghieri Granata viene proposto al CDA della Fondazione un progetto per la valorizzazione culturale, storica e paesaggistica di un percorso realizzabile che, per le sue caratteristiche, prenderà il nome di “Sentiero di Papa Giovanni”.
L’Architetto Flavio Pollano, in seguito entrato nel Comitato Tecnico Artistico della Fondazione ed esperto di simili realizzazioni, si è reso disponibile ad iniziare a raccogliere tutto il materiale necessario, per poi procedere alla stesura del Progetto, con la collaborazione della Pro Loco di Imbersago, della Protezione Civile e del Comune di Imbersago, che ha il ruolo di capofila. Il Parco Adda Nord è stato informato.
Negli anni seguenti, ad una prima stesura preliminare, che ha portato all’elaborazione della planimetria qui riportata con la descrizione del percorso, ha fatto seguito una seconda tappa propositiva che ha consentito al Comune di inserire il sentiero nel PGT e di avere tutti gli estremi per poter poi procedere allo sviluppo del progetto.

La finaltà che si prefigge la Fondazione con questo progetto é di promuovere un collegamento tra Sotto il Monte e il Santuario della Madonna del Bosco tramite dei sentieri che, si racconta, abbiano accolto i passi di Papa Giovanni XXIII su uno dei pellegrinaggi che amava particolarmente.
I Comuni che sono coinvolti sono prevalentemente sulla sponda Bergamasca, mentre il tratto che riguarda Imbersago va dall’attracco del traghetto sull’Adda al Santuario e più precisamente al punto da dove si diparte la Scala Santa.
Ci auguriamo che l’impegno profuso dalla Fondazione possa trovare accoglienza e riscontro da parte di tutti gli organismi competenti alla sua futura approvazione e conseguente realizzazione.
Nel 2015 la fondazione propose al Comune di Imbersago un evento volto a valorizzare la valenza socio-culturale del sentiero di Papa Giovanni.

PROGETTO
“SENTIERO DI PAPA GIOVANNI XXIII”

“La devozione alla Madre di Gesù compone insieme,
in un inno solo, le voci di personaggi ecclesiastici di
varie epoche con le voci del popolo cristiano di ogni
terra ed oltre ogni mare…”.
(Joannes PP. XXIII, 26 Agosto 1960)

Indice:

  1. Introduzione
  2. Percorso verso la Madonna del Bosco
  3. Gli interventi necessari
  4. L’inaugurazione
1- Introduzione

In una lettera al Card. Montini Papa Roncalli testimonia il suo legame con il Santuario della Madonna del bosco ricordando il giorno dell’incoronazione della statua della Vergine:
“Nel momento della grande cerimonia, gustavo tremando di commozione, la compenetrazione del mio spirito con quello devotissimo del Card. Arcivescovo Shuster, che mi aveva poco prima trasmessa la preghiera, su un biglietto di sua mano, forse l’ultimo scritto da lui, perché lo sostituissi in quel rito…”.
(Messaggio del 1960)
Giovanni XXXIII aveva infatti deposto la corona d’oro sul capo della Beata Vergine Maria nell’agosto del 1904 giorno che egli stesso il 28 Ottobre 1962 ricorda, divenuto ormai Papa, invitando l’allora Arcivescovo di Milano Card. Montini a posare, per sua procura, sul petto della statua la preziosa collana ricevuta in dono dal Presidente dell’Argentina Arturo Frondizi.
Gesto che spinse il Presidente a venire ad Imbersago per ammirare la Madonna alla quale Giovanni XXIII aveva donato la sua preziosa collana.
Durante la cerimonia della donazione della preziosa collana che il Papa aveva avuto in dono dal Presidente Argentino, Angelo Baracciu, giornalista de L’Italia pubblica la testimonianza del fratello Saverio Roncalli che racconta come da piccoli si recassero in pellegrinaggio al Santuario attraversando il fiume a Villa D’Adda sul cinquecentesco traghetto di Leonardo: “… Non si usava mica la macchina! A piedi. Si partiva da Sotto il Monte, si raggiungeva il traghetto e attraversato il fiume ci si inoltrava nel bosco …”.

Le rive dell’Adda, i luoghi d’Imbersago e la Madonna del Bosco sono più volte protagonisti nei ricordi di Angelo Giuseppe Roncalli come il Pontefice bergamasco ebbe a scrivere: “Brava gente nostra, che dalle due rive dell’Adda, sempre miti e tranquille ama volgere gli sguardi e le preghiere verso di Lei, la Regina e Madre di Misericordia…”.

Lui stesso, in più occasioni, racconta delle sue visite al Santuario della Madonna del Bosco durante l’infanzia, con i suoi cari e durante il suo sacerdozio fino a ricordare la sua ultima visita: “… Il 24 Agosto del 1958 passai dalla Madonna del Bosco a risalutarla per l’ultima volta, non presago affatto che quella mia messa domenicale sarebbe stata l’estremo addio dei miei occhi a quella statua benedetta…”.
Niente è più comprovante della lettera che Papa Roncalli, allora Nunzio Apostolico a Parigi, dove divenne Cardinale e tre giorni dopo nominato Patriarca a Venezia, scrisse nel Gennaio del 1953 al Rettore della Madonna del Bosco: “… quando da seminarista e prima ancora, venivo al Santuario. Durante certe vacanze dal 1896 al 98 anche tutti i sabati. Quante grazie, quante ispirazioni debbo a quella benedetta Madonna e che bellezza mite e suadente in quel sacro luogo: chiesa, cripta, scala santa: visione di Villa D’Adda, della Valle San Martino…”.
Dalle confidenze, testimonianze raccolte da Mons. Loris Francesco Capovilla o dal Mons. Terraneo o da Luigi Crotti, chierichetto e sacrestano per tanti anni del Santuario, ma anche come ricordano gli anziani di Imbersago, i fratellini Roncalli accompagnati dalla mamma da Sotto il Monte scendevano a piedi fino a Villa d’Adda, passavano il fiume con il traghetto di Leonardo da Vinci e poi risalivano, attraverso il bosco, ad Imbersago e quindi alla Madonna del Bosco.

Il Rettore del Santuario, Mons. Terraneo, sulla rivista del Novembre 1958 scrive di aver lui stesso raccolto dalla viva voce dei Roncalli che: “… facevano la scala Santa, molte volte in ginocchio, non mancando anche di trastullarsi nel bosco con i compagni, come usano ancora oggi i ragazzi venendo pellegrini in comitiva…”.
Tale testimonianza ribadisce quanto nel 1953, in occasione dell’apertura dell’anno mariano indetto da Pio XXII, scrisse nel Chronicon o Temporum liber Padre Ghislanzoni affermando di assistere ad un continuo “afflusso dei fedeli in pio pellegrinaggio”
Roncalli, appena divenuto Papa Giovanni XXIII, eleva il Santuario alla dignità di Basilica Minore fissando per il 2 Giugno (Festa Civile) la sua data commemorativa e con l’occasione, per mano del Segretario di Stato Domenico Card. Tardini, scrive: “… ancora fanciullo ci portavamo come gli altri pellegrini al celebre Santuario della Madonna del Bosco di Imbersago… si trova come adagiato di mezzo ai boschi, in luogo ameno …”.
Da allora, ogni anno, pellegrini provenienti da ogni parte del mondo visitata, e non, da Papa Giovanni XXIII si recano al Santuario della Madonna del Bosco
I pellegrinaggi alla Madonna del Bosco sono numerosissimi durante tutto l’anno e non mancano occasioni per legare eventi e/o ricorrenze religiose o civili al nome di Papa Roncalli Giovanni XXIII, noto al mondo come il Papa buono e primo Papa Pellegrino del dopoguerra.
Così come nel 1959 una delegazione di ecclesiastici e di autorità civili fra i quali anche il sindaco di Imbersago si recarono a Roma per ringraziare il Papa bergamasco delle attenzioni e dei privilegi riservate al Santuario di Imbersago, appare oggi importante trasmettere ai giovani i valori che le autorità di allora vollero conclamare.
Il Sig. Sindaco di Imbersago, Com. Lamperti, offrì al Santo Padre, a nome dei colleghi presenti un ricco album di fotografie che rappresentavano il Papa nella solenne incoronazione della Madonna del Bosco.
Il Santuario della Madonna del Bosco non è soltanto un luogo Mariano simbolo della fede cattolica ma è l’orgoglio di Imbersago un monumento che sintetizza i valori di un luogo rimasti immutati nel tempo.
Un personaggio come Papa Giovanni XXIII, noto al mondo come “Il Papa Buono” e simbolo di modernità per il suo tempo, che non ha rifiutato di usare strumenti non usuali al Suo ruolo come quello della radio per diffondere ai Potenti il suo messaggio di pace e che ha lasciato più volte la Sede Pontificia del Vaticano per recarsi Pellegrinò nel mondo, non ha mai dimenticato i luoghi dove si recava da bambino attraversando l’Adda con il traghetto leonardesco e percorrendo il sentiero che attraverso i boschi saliva fino al Santuario.
Offrire oggi ai pellegrini moderni la possibilità di ripercorrere quei luoghi della memoria è un’opportunità che rende orgogliosa l’intera comunità di Imbersago.
Il sentiero che ci piace definire “di Papa Giovanni” esiste ancora è percorribile e con qualche piccolo accorgimento può essere ripercorso dalle famiglie che accompagnano i loro bambini in visita alla Madonna che dal Santuario domina la valle.

Probabilmente l’anno 2015 sarà ricordato per la grande esposizione internazionale che si svolgerà a Milano, ma Expo 2015 non è soltanto una chermes di business è anche l’occasione per far conoscere al mondo i territori di cui hanno sentito parlare e far nascere in coloro che vengono da tanto lontano il desiderio di ripercorrere i passi dei Grandi della Storia……e Papa Giovanni XXIII, il Papa Buono, ad Imbersago ha la forza di questo richiamo.
Grazie alla volontà della Fondazione Granata Braghieri, e alla tenacia dei suoi fondatori, il sentiero, percorso per tante volte dalla famiglia Roncalli, può ora restituire a tutti queste stesse emozioni.
La Fondazione, in accordo con il Comune, che ha già inserito nella propria pianificazione il tracciato del sentiero, è disponibile a farsi carico degli interventi necessari per restituire alla collettività questa testimonianza, rendendola fruibile a tutti coloro che ammirando il paesaggio unico dell’Adda e la “macchina” leonardesca desiderino salire fino alla metà del Santuario della Madonna del Bosco.
Prima della chiusura dell’Expo, quando i colori dell’autunno rendono ancora più magico il paesaggio del bosco, incorniciando il sentiero con un’atmosfera da acquerello dipinto, la Fondazione, in occasione dello svolgimento del Premio Morlotti, intende regalare ad Imbersago l’opportunità di vivere “un quadro” reale che raggruppi la dolcezza delle acque dell’Adda con spiritualità mariana del Santuario.

2- Il percorso verso la Madonna del Bosco

Si dispiega sul versante destro idrografico del fiume Adda, collega due siti importanti dal punto di vista storico-culturale (l’attracco del traghetto leonardesco e la base della scalinata della Madonna del Bosco) ed è caratterizzato dall’attraversamento di popolamenti ed ambienti eterogenei posti in successione. Questo sia dal punto di vista del gradiente vegetazionale (vegetazione acquatica di ripa, fronte scarpato meso-igrofilo e sciafilo, pianori terrazzati boscati ad habitus meso-xerofilo, boscaglie miste sorgenti su fronti scoscesi, boschi d’invasione, campi coltivati a cereali), sia per quanto concerne gli aspetti morfologici.
È chiaro che le varie componenti che si riflettono nella descrizione degli ambiti forestali sono evidentemente quelle che raccontano anche la storia faunistica (macro, micro e pedofauna) dei luoghi.
La descrizione del percorso inizia nel punto di attracco del traghetto leonardesco sull’Adda; di lì il fruitore si orienta verso Nord lungo la strada ciclo-pedonale sull’argine basso del fiume fino ad un punto nel quale, in corrispondenza di una falesia naturale, trova una piazzola attrezzata con panchine e tavoli dove è posta la scritta “Area Ecologica”.

Qui è presente una scaletta in legno che sale al sentiero che va al parcheggio del ristorante “Lido Toscano” e si segnala, nella medesima area, la presenza di un esemplare di platano. Per proseguire la salita lungo la tratta principale è necessario procedere ancora di qualche metro nel senso contrario rispetto al fiume, giungendo ad un accenno di impluvio lungo il quale è realizzata una scala in legno. Dal punto di vista costruttivo detta scala è realizzata tramite tondame di castagno reperito in loco, fermato da tondi verticali sempre in castagno. Il primo tratto è particolarmente stretto, ma non così tanto da pregiudicare un’agevole salita: tanto più che dopo una decina di gradini il percorso stesso si allarga, non appena superata una sinuosità naturale del terreno.

Nel punto in cui questo tratto di salita incrocia un preesistente sentiero in quota si rileva un’occasione naturale di affaccio verso il fiume Adda, fruibile in ogni stagione.
Chi passeggia lungo il tracciato deve sentirsi libero di fare delle digressioni rispetto al sentiero maestro per una maggiore consapevolezza della multivalenza ecologica, culturale, storica e paesistica (scorci mutevoli) dei luoghi. Il sentiero è di per sé foriero di forti suggestioni, capace di mostrare, insegnare ed emozionare grazie ai punti salienti che lo caratterizzano.

La caratterizzazione fitosociologica del popolamento forestale è localmente quella del querco-carpineto, con la presenza saltuaria di ciliegi selvatici e frassini maggiori, mentre la facies arbustiva è costituita in prevalenza da noccioli, sambuchi, cornioli e lantane : tutto ciò a denotare un microclima di tipo ombreggiato e fresco, in virtù sia dell’esposizione del versante (Est-Nord-Est), sia dell’umidità proveniente dal fiume.
Il sentiero prosegue in leggera salita e dopo una ventina di metri, ci si imbatte in una sorta di scultura naturale, dove una pianta di edera ha completamente avvolto un vecchio sambuco e ne è diventata elemento strutturale; il tutto avvolto da un’abbondante presenza di muschi, a rendere merito di un microclima particolarmente fresco.
Dove il sentiero si fa più pianeggiante il popolamento vira al carpineto,tipo forestale caratterizzato dalla maggiore xericità e meno denso dal punto di vista della tessitura fogliare. Per questo motivo il luogo è particolarmente chiaro in inverno, cosi come verdeggiante nella stagione estiva.

Al fondo del citato tratto si è resa necessaria una piega ad Ovest per aggirare una situazione che vedeva il vecchio sentiero diventare un micro-alveo a causa di un problema di ruscellamento superficiale delle acque. L’accorgimento tecnico utilizzato per digredire dal sentiero storico è quello di aver creato un tratto di scalinata in legno che permetta l’approdo ad una quota superiore.
Il percorso ascendente si attesta quindi su una sorta di pianoro vecchia sede di coltivazioni cerealicole terrazzate, che ora ospita un robinieto semi-maturo d’invasione.
Terminato il tratto pianeggiante il sentiero si inoltra in una boscaglia con una morfologia del territorio più accidentata. Il sentiero procede lungo degli impluvi naturali per superare i quali sono presenti tratti di scalinata in tondame di legno e rampe in terra battuta.

Superato questo segmento nel bosco maturo il sentiero riapproda lungo la traccia del vecchio oleodotto ai lati della quale la specie arborea maggiormente rappresentata è quella dell’olmo. È questo il primo affaccio vero sulla scalinata diretta al Santuario della Madonna del Bosco in virtù del fatto che di qui in poi il bosco si dirada fino a sfociare nei campi coltivati.

Questo trapasso denota in modo evidente una differenza sostanziale nella conduzione antropica del territorio e ciò si riflette soprattutto nella dinamica di sviluppo di alcune specie indicatrici, che si possono catalogare sia nel novero delle potenziali infestanti dei coltivi, sia in quello delle liminali del bosco. Tra di esse si citano la buddleja, la verga d’oro maggiore, il rovo, il cardo selvatico, l’artemisia e la vitalba.
Giunto a questo punto il percorso può direttamente intraprendere una rampa esistente e portarsi al livello della strada provinciale e si procede a fianco della trafficata Provinciale.

Lo stato di conservazione del sentiero consente una percorribilità che necessita di essere valutata sia per renderlo più agevole che per rispettarne gli standar di sicurezza.
L’individuazione del tracciato risulta chiara ed è definita da contrassegni in vernice che consentano l’eliminazione o l’aggiramento di ostacoli (sia morfologici, sia vegetali, sia di proprietà) e, al tempo stesso, la messa in sicurezza dei tratti maggiormente esposti o sguarniti.

3- Gli interventi necessari

Con l’attenzione di non compromettere niente dell’assetto idrogeologico e dello stato in cui si presenta a tutt’oggi il sentiero, gli interventi che si propongono sono limitati alle mere necessità conservative e finalizzate alla fruizione in sicurezza; anche gli interventi sulla vegetazione arborea ed arbustiva sono minimi, e comunque con preservazione delle ceppaie.
Le opere da realizzarsi, sono afferenti alle tipologie della palizzata (altresì nota come palificata semplice), del ponticello in legname e pietrame, della briglia e del pozzetto di decantazione per la riduzione del ruscellamento superficiale, della trasemina di specie erbacee di consolidamento, della posa a dimora di arbusti a parziale mascheramento di strutture lineari artificiali (reti di recinzione metalliche), della realizzazione di scalinate con tronchi e sciaveri naturali.
Il tutto in perfetta sintonia con quanto già esistente.
Si pone l’attenzione sul fatto che i materiali da impiegarsi dovranno essere vieppiù dissimulati e connaturati con i valori ecologici espressi dal sito.
Un aspetto da prendere in considerazione con particolare attenzione è quello che concerne le scelte da compiersi riguardo al tratto finale del percorso, che porta un cammino di tipo forestale a compenetrarsi in uno campestre.
Resta da risolvere il problema dell’attraversamento in sicurezza della strada provinciale, per accedere all’attacco della scalinata mariana. Si ritiene opportuno prendere in considerazione la realizzazione di un attraversamento protetto eventualmente con strisce pedonali rivelate con evidente segnaletica orizzontale e verticale, oltre all’auspicabile posa di dissuasori orizzontali (bande rumorose o dossi) a monte ed a valle dell’attraversamento stesso.
In merito alla gestione manutentiva le uniche attenzioni da riporre sono quelle del limitare il ruscellamento superficiale nelle zone di terreno smosso che si può ottenere anche tramite la semplice trasemina di miscugli di specie erbacee ed arbustive.
Può risultare utile ritombare le zone di subsidenza o di erosione mediante l’impiego di pietrame o terreno reperito in loco, e soprattutto si consiglia di non rimuovere materiale legnoso o pietroso presente, magari semplicemente caduto dagli alberi, in quanto meno si perturba la naturale tendenza al climax del luogo, e più tutto concorre all’induzione nel fruitore della percezione di un luogo naturale e primigenio.
Nell’ambito della pannellistica descrittiva si potrebbe prevedere il posizionamento di una mappa o di un cartello esplicativo segnalando la presenza di alcuni vetusti esemplari di farnia e scoiattolo rosso europeo (Sciurus vulgaris).
Nell’ambito della segnalazione delle bellezze naturalistiche è certamente da porre in evidenza un esemplare monumentale di farnia localizzato a Sud rispetto al primo tratto di salita del sentiero.
In merito al segnalato problema idraulico si suggerisce l’adozione di un provvedimento che veda la costruzione a monte del sentiero di un pozzetto di decantazione che limiti lo scorrimento delle acque, seguito da una tubazione di sottopasso che permetta alle acque stesse di fluire sulla pendice a valle del sentiero senza incanalarvisi. Ciò eseguito sarà opportuno effettuare un’azione di tombamento sul tracciato del vecchio sentiero nel quale ora il terreno è stato particolarmente eroso.
Sulla natura delle informazioni, si citano quelle relative alla topografia-geografia del tracciato, alla geomorfologia, agli aspetti floro-faunistici, a quelli ecologici lato sensu, a quelli storico-culturali e religiosi.

4- L’inaugurazione

Il valore religioso e la bellezza naturale dei luoghi descritti, unitamente al fascino che ogni luogo mariano suscita per i legami che presenta con gli altri luoghi sparsi nel mondo, sarebbero più che sufficienti per presentare Imbersago come meta imperdibile a coloro che verranno a Milano attratti dall’Expo, ma soprattutto con l’interesse di conoscere meglio i luoghi di cui hanno sentito parlare.
Se consideriamo il sentiero descritto in precedenza come una sorta di fil rouge, un link virtuale che lega Adda-Leonardo-Papa Giovanni XXIII-Santuario della Madonna del Bosco, gli elementi sono più che sufficienti per inserire il sentiero di Papa Giovanni XXIII ad Imbersago come una delle mete da divulgare e presentare alle varie delegazioni che verranno a Milano.
Per meglio cogliere le opportunità che l’ambiente, inserito nel Parco naturale dell’Adda, offre si ritiene che la chiusura di Expo ad Ottobre sia il periodo migliore anche per cogliere l’interesse dei visitatori meno frettolosi e meno disattenti perché forse motivati più da interessi personali e culturali che non da business.
Il Comune di Imbersago vorrebbe far coincidere l’inaugurazione del sentiero con la giornata dedicata al Premio Morlotti 2015 proprio per coniugare tradizione con contemporaneità, passato e futuro.
In collaborazione con il parco dell’Adda, il Comune di Imbersago intenderebbe provvedere alla sistemazione del verde lungo il sentiero individuato, e descritto in precedenza, con l’attenzione di realizzare esclusivamente gli interventi minimali ed assolutamente necessari per garantirne la fruibilità in sicurezza.
Per rendere percorribile il sentiero occorre, infatti, posizionare un’opportuna segnaletica che informi sulle eventuali difficoltà del percorso e che affianchi la segnaletica illustrativa e didattica.
Per divulgare l’iniziativa, il Comune di Imbersago in collaborazione con la Fondazione Granata Braghieri intende organizzare un evento per l’inaugurazione del sentiero creando un momento “live” che dia risalto alla presenza del traghetto di Leonardo da Vinci e dal Santuario della Madonna del Bosco collegandoli attraverso il sentiero di Papa Giovanni.
L’evento, da realizzare con il patrocinio delle istituzioni locali, sarà curato dalla Fondazione Granata Braghieri con un programma che prevede il raduno sulla sponda dell’Adda dove verrà illustrato il funzionamento del traghetto di Leonardo per poi incamminarsi lungo il sentiero e raggiungere il Santuario della Madonna del Bosco dove si svolgerà un concerto con i giovani musicisti dell’Associazione Culturale Youth Chamber Orchestra di Bologna. Sotto la guida di Carla Ferraro, violinista di fama internazionale e Direttore Artistico dell’Associazione, si esibiranno giovani allievi musicisti provenienti da tutto il mondo grazie al sostegno che l’associazione riceve dagli ex allievi del conservatorio di Bologna.
La Fondazione A. Granata F. Braghieri si farà carico di preparare dei volantini esplicativi del programma in varie lingue che verranno diffusi nei vari paesi attraverso i soci della Youth Chamber Orchestra ex allievi di Carla Ferraro che è il direttore artistico dell’Associazione e violinista di fama internazionale. Ciò permetterà di valorizzare tutti gli elementi culturali di Imbersago compresa la chiesetta di Sant’Andrea in Catello di Villa d’Adda presente sul percorso.