Fondazione Granata - Braghieri

Si stabilisce in Lombardia alla fine degli anni 60, prima  a Milano, poi a Monza dove la sua naturale inclinazione alla pittura e il tirocinio da autodidatta si precisano nella preparazione acquisita presso la storica Scuola d’Arte “P. Borsa”. La lezione assimilata e superata lo avvia verso un dinamico e autonomo percorso di studio e sperimentazione, consolidatosi nella stagione del naturalismo astratto, che poi, attraverso una figurazione sempre più essenziale, approda ad un informale materico. Sente particolarmente affini alla propria sensibilità pittorica, fra gli italiani, E. Morlotti e, fra gli stranieri, W. Congdon.

I temi significativi della sua produzione si aggregano in cicli come paesaggio, oro, montagna, mare, Croce, concerto, eventi, ambiente, e si propongono con una tecnica che si avvale in modo originale di pigmenti, olî, catalizzatori, zeoliti, di cui l’artista, esperto chimico,  è  abile conoscitore e utilizzatore.

Sulla sua pittura hanno scritto, tra gli altri,: P. Biscottini, G. Casiraghi, F. G. Brambilla, C. De Carli, M. A. Crippa, D. Volontè, P. Bertazzini, E. Guerriero, S. Arosio, B. Buscaroli, T. Martucci, C. Ravasi, A. Bonomi Castelli, M. Di Giovanni.

Dal 2006 è socio pittore della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano (membro della Commissione Artistica nel 2012-2013); fa parte del Consiglio Direttivo dell’ U.C.A.I. di Milano e dell’Associazione Artistica della Scuola d’Arte P. Borsa di Monza.

È presente con foto e scheda critica nel volume “La via italiana all’Informale”, sezione “Ultime tendenze”, a cura di Virgilio Patarini, ed. Giorgio Mondadori 2013 e nel volume “Percorsi d’Arte in Italia 2015”, a cura di Giorgio Di Genova ed Enzo Le Pera, con nota di Paolo Bolpagni, ed. Rubbettino 2015.